Quando il corpo si pone in ascolto, presente attento aperto, la sua intelligenza fa spazio al sapere organico: un sapere vivente che non sappiamo di sapere e che ci apre all’ incanto del mondo. L’intuizione torna a farci da guida nel territorio del sentire e ci restituisce a quella relazione organica con il mondo che avevamo da piccoli, quando la nostra fiducia e apertura ci permettevano di cogliere lo straordinario nell’ ordinario.
Lo sguardo del clown è capace di meravigliarsi per il minimo dettaglio o di accogliere in sè una visione vasta come il cielo. Il clown vive di paradossi e continuamente erra, perchè sa che viaggiando si scopre l’imprevedibile e sbagliando si impara il senso vitale della creatività.
Indossando il naso rosso, la maschera più piccola del mondo, possiamo rivelarci e accedere al piacere di essere, con tutti i nostri limiti e le nostre unicità.
Attraverso la Pratica di Lavoro Organico, la Contact improvisation, il Qi Gong e il Clowning, prendiamo il nostro tempo per danzare al ritmo del presente, per immergerci con leggerezza nelle profondità della natura fuori e dentro di noi e poi riemergere per raccontarci, sapendo che l’unico limite è la nostra immaginazione.
Andando a naso, arriviamo in una casa dove la finestra del cuore è aperta.
“Se cercherete il Sublime non lo troverete. Verrà lui da voi se avete fortuna e la fortuna è la finestra aperta del vostro cuore.(J.Krishnamurti)
Laboratorio condotto da Maia Cornacchia (PLO), Francesco Zita (Contact Improvisation e Qi Gong) e Paola Calogero (Clown)